Mindfulness nel Labirinto: un'esperienza di trasformazione

 

I labirinti offrono un’opportunità di camminare in meditazione verso quel luogo dentro di noi, in cui la mente si acquieta e le cose assumono nuove forme”.” 

 


Il labirinto che stiamo illustrando in questo articolo, non ha nulla a che fare con quel luogo in cui è facile smarrirsi e incontrare creature fatate o imbattersi in incantesimi, proprio come in certe storie di fantasy della tradizione anglo-sassone o celtica.

 

Nella lingua inglese esistono in effetti due diverse parole per labirinto: maze e labyrinth. Sebbene entrambi i termini rimandano a quel luogo costituito da una serie complessa e confusa di percorsi, maze è una sorta di puzzle complesso, ramificato (multicursale) che include scelte di percorso e direzione. Maze  può essere pertanto un luogo zeppo di vie chiuse, trucchi e illusioni e al suo interno puoi anche smarrirti e non trovare la via d’uscita. Somiglia alla metafora della vita, quando perdi la bussola o ti senti privo di risorse e pertanto rischi di perderti. Mentre labyrinth è unicursale, ovvero possiede un solo percorso non ramificato che porta inevitabilmente al centro: “A labyrinth is different from a maze. A maze is full of dead-ends and tricks. A labyrinth has only one path that always leads to the centre… if you stay on the path you cannot get lost”.

 

Nelle Arti Terapie Espressive, è la struttura labyrinth quella che viene impiegata per facilitare un'esperienza creativa, considerando anche il fatto che labyrinth, al pari della scrittura confessionale, delle scatoline del comfort istantaneo o del journaling (vedi gli articoli a riguardo), può essere considerato come una via non solo creativa ma anche intima e spirituale allo stesso tempo e idonea favorire stati di guarigione e cambiamento.  

  



Entrando nel labirinto unicursale  è possibile iniziare un percorso meditativo, attraverso il quale si può raggiungere un centro, il proprio centro interiore. Il movimento del corpo rende più agevole il rallentare della mente e la riduzione del controllo cerebrale poiché la concentrazione è tutta sui passi affrontati, sul respiro e sulle sensazioni propriocettive procurate dal movimento stesso, alla pari di quello che accradrebbe in una mindfulness in movimento. Lo stesso effetto è possibile ottenerlo tramite il movimento delle dita nel mini-labirinto unicursale.


L'ingresso in un diverso spazio-tempo

Pertanto il labirinto è uno strumento fortemente decentrante. Una volta al suo interno si attraversa rapidamente la dimensione ordinaria dell'esistenza per transitare in un nuovo spazio, nel quale la mente inizia a diventare creativa ed espansa e una volta decentrata e lontana dalla normalità, essa può meditare, pacificarsi, raccogliere chiarezza e anche eventuali risposte a personali controversie e dilemmi.

All’inizio, nella prima esperienza con questo dispositivo, è bene che i pensieri-guida per entrare in meditazione siano suggeriti da un arteterapeuta espressivo, mentre il cliente  si muove nel labyrinth alla ricerca di una direzione, oppure  di un momento di raccoglimento e intima connessione, di un centro o di un punto in cui stazionare e attendere una risposta. In un labirinto occorre camminare con intenzione, quella di lasciar fuori pensieri e distrazioni, per cercare pace e avere la mente pura nell’attendere le risposte. 

La camminata nel labirinto è una pratica che viene impiegata oggi in molti luoghi di culto, scuole, università, ospedali, parchi e strutture sanitarie negli Stati Uniti e in Inghilterra, per rafforzare la capacità di affrontare malattie e problemi sanitari, sia in chi ne è colpito, sia nei familiari. Uno dei più noti labirinti, ottenuto proiettando al suolo delle immagini, si trova al Laguna Hospital di San Francisco, il più grande ospedale pubblico della California (vedi l’immagine qui sotto).

 



 

Gli studi effettuati hanno dimostrato che la camminata consapevole all’interno dei sentieri del labirinto può ridurre i livelli di stress, calmare la mente, radicare il corpo e aprire il cuore a sentimenti positivi.

 

Come iniziare

Anche il creare il labirinto è un’importante pratica, che avvicina la persona alla capacità di costruire da sé gli strumenti per la sua crescita e la pacificazione del suo animo. Costruire un labirinto possiede la stessa qualità dell'armare una barca per il velista, che si prepara a percorrere il sentiero del mare. “Armare” in gergo velico definisce la serie degli atti attraverso i quali tutte le strutture base di un’imbarcazione (albero, boma, deriva, fiocco, timone etc.) vengono montate e controllate una per una, prima di scendere in acqua, una pratica che rappresenta il “riscaldamento” per uscire dai pensieri quotidiani e prepararsi ad entrare in una diversa dimensione ed esperienza corporea, mentale, di contatto con le forze della natura, del cielo e della terra.




Poiché il labirinto è un’importante pratica meditativa, effettuata in un clima di immersione decentrata in se stessi, la sua costruzione in Arti Terapie Espressive è un'esperienza di forte valenza auto-espressiva. Durante l’esperienza una persona (costruendo un “finger labyrinth”), oppure i partecipanti ad un gruppo-labirinto lo costruiscono secondo il loro proprio spirito creativo, impiegando le forme, le immagini e i colori che desiderano. 


 


Dove imparare

Costruire un labirinto per meditare e trovare pace e nutrimento per l'anima è semplicissimo: vi sono diverse tecniche di base, facili da apprendere: potrete conoscerle venendo ai nostri workshop a Torino all'Istituto RES sulla Mindfuness nel Labirinto, dove lo costruiremo insieme e ne faremo esperienza.


Un labirinto costruito in gruppo, che copre una grossa superficie nella stanza, diventa una pratica fortemente coesiva tra i componenti del gruppo stesso. Al termine si può iniziare a camminare al suo interno, facendo ingresso in una diversa esperienza della mente e ciascuno alla ricerca del proprio centro: "camminando verso il centro del labirinto, mi allontano dai miei problemi, le mie inquietudini, le mie amarezze e preoccupazioni, permettendomi di lasciare lo stato di controllo. Una volta al centro, resto ad aprirmi per ricevere ispirazione e risposte. Poi torno alla mia vita con una nuova consapevolezza".


 

I benefici del Labirinto

Il labirinto è un'esperienza trasformativa. L'Istituto di Arti Terapie Espressive RES di Torino è il primo a proporlo in Italia.  Un labirinto è un percorso indicato per coloro che sono alla ricerca di un benessere psicologico, emotivo, spirituale e fisico più equilibrato.

Il suo scopo è quello di portare una persona in contatto con se stessa, aiutarla a chiarirsi,  trovare conforto o risposte o ridurre uno stato di stress. 

Quando entri nel Labirinto non puoi perderti, non ci sono inganni, né strade chiuse. LE Arti Terapie Espressive utilizzano il labirinto unicursale, con un solo ingresso e un percorso che ti porterà inevitabilmente al centro, il tuo centro. In questo labirinto puoi essere sicuro che se vai avanti, alla fine raggiungerai la tua meta, niente vicoli ciechi nè scelte sbagliate.

Puoi fermarti, fare una pausa, sederti o attendere perchè qualcuno è "sulla tua strada" e se riesci a concentrarti su quello che stai facendo, passo dopo passo, qualcosa inizierà a cambiare nel tuo stato. 

Il labirinto cambia qualcosa nella chimica della tua mente, attraverso la produzione di onde cerebrali Alpha e Teta. Quando il cervello entra in sincronia con questo tipo di onde, si produce un aumento dell'equilibrio tra l'emisfero destro e sinistro della mente.

Questo fenomeno noto come sincronia cerebrale (Harris, 2002), favorisce uno stato di profonda tranquillità, intuizione creativa, entusiasmo e maggiore livelli di attenzione.

Questa espansione della mente, questa tregua dal modo comune di funzionare del nostro sistema nervoso (paura, rabbia, conflitti, ansie per il futuro), produce straordinari risultati nel favorire il cambiamento. Il labirinto non è invece un gioco o una competizione: l'obiettivo non è raggiungere il centro il più velocemente possibile. Il labirinto è un viaggio e una pratica di scoperta di sé.



Entra nel Labirinto e seguimi

Mentre procedi, forse chiediti "di cosa ho bisogno oggi?" e aspetta la risposta al centro del labirinto. Se la risposta non è presente, ripercorri lentamente i tuoi passi dal centro e riprova. Una volta che hai un'idea di ciò di cui hai bisogno oggi, usa l'argilla o un qualsiasi altro mezzo artistico che ti piace per creare un'immagine che provenga dalle risposte ottenute e scrivi una storia, recita un mantra, scrivi un haiku, insomma continua il tuo lavoro creativo, fino a decidere dove far cristallizzare l’esperienza che è partita dal labirinto, anche se, è ovvio, puoi anche concluderla con una condivisione, al termine della tua camminata. 



Articolo di Nicola Sensale, psicologo e psicoterapeuta, Novembre 2021

Riproduzione Ammessa, citando la fonte.
Istituto RES Torino per informazioni sulla labirinto terapia: centrostudires@gmail.com
whatsApp: wa.me/393889447902

Bibliografia suggerita

Multicursal labyrinths in the work of Brian Ferneyhough Feller, R. A.

1994. University of Illinois at Urbana-Champaign, Urbana-Champaign. (ProQuest Digital Dissertations database. Publication No. AAT 9512357).


Into the labyrinth: Excursions and applications for creative process

Francisco, J. 2006. Buffalo State College, State University of New York, Buffalo, New York.


Into the labyrinth: Unraveling Ariadne's thread, Cretan music identity and aesthetics

Hnaraki, M. 2002. Indiana University, Indiana. (ProQuest Digital Dissertations database. Publication No. AAT 3076048).


Subjects in a classical labyrinth: Tradition, speech and empire in English-language poetry

McMorris, M. D. 1998. Brown University, Rhode Island. (ProQuest Digital Dissertations database. Publication No. AAT 9830491).


Through myth to meaning in children's experiences of art.

Otto-Diniz, S. 2008. Unpublished doctoral dissertation, The University of New Mexico, New Mexico. (ProQuest Dissertations & Theses. Publication No. AAT 3318108).


Art

Understanding the labyrinth as transformative site, symbol, and technology: An arts-informed inquiry Compton, V. J. 2007. Unpublished doctoral dissertation, University of Toronto, Canada. (ProQuest Digital Dissertations database. Publication No. AAT NR27922).


Imagined pilgrimage in gothic art: Maps, manuscripts and labyrinths

Connolly, D. K. 1998. The University of Chicago, Chicago. (ProQuest Digital Dissertations database. Publication No. AAT 9832131).



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